Guanti da lavoro: caratteristiche e tipologie

Guanti da lavoro: caratteristiche e tipologie

I guanti rappresentano uno strumento indispensabile per salvaguardare la salute delle mani del lavoratore. Proprio per questo motivo, sono con- siderati a tutti gli effetti dei D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuale), il cui uso è imprescindibile durante lo svolgimento di ogni professione considerata rischiosa.

I guanti da lavoro, secondo la normativa EN 420:2003, devono possedere un PH non inferiore a 3,5 e non superiore a 9,5, ed essere confortevoli per colui che li indossa, senza intralciare o rendere in alcun modo difficoltoso il suo operato. A seconda del tipo di mansione per i quali sono pensati, però, devono possedere degli altri requisiti fondamentali atti a garantire la sicurezza del lavoratore nei confronti dei rischi a cui è esposto.

Requisiti in caso di rischi meccanici/ fisici
I guanti professionali di coloro che sono esposti a rischi di natura meccanica o fisica (schiacciamento, ferite, ecc), devono essere traspiranti, antitaglio, antiperforazione, antiabrasione ed antistrappo, come previsto dalla normativa EN 388:2003.

Requisiti in caso di rischi chimici/ biologici
Il ruolo principale di questi dispositivi, secondo la norma UNI EN 374/1/2/3, è quello di proteggere la pelle del lavoratore dal diretto contatto con sostanze nocive, ed altresì impedire la penetrazione di qualsivoglia microrganismo. Devono dunque possedere anch’essi proprietà antitaglio e antistrappo, ed essere impermeabili.

Requisiti in caso di rischi termici

Se le temperature sono alte, i guanti devono essere non infiammabili e resistenti al calore convettivo, radiante e da contatto, anche per periodi di esposizione prolungati. Se al contrario le temperature sono basse, devono essere antiabrasione, antistrappo e impermeabili. In entrambi i casi, è comunque importante che questi dispositivi impediscano all’individuo di provare dolore in seguito al contatto con superfici bollenti o gelate (normative EN 407:2004 e 511:2006).

Requisiti in caso di rischi radioattivi

La norma EN 421:2010 prevede che i guanti usati in ambienti in cui vi è il rischio di contaminazione radioattiva siano impermeabili, antitaglio, antistrappo, antiabrasione e impediscano la penetrazione delle radiazioni.

Un elemento di grande rilevanza è rappresentato dal tipo di materiale di cui sono formati. Di seguito, un elenco di quelli più utilizzati.

• Poliuretano: un materiale dotato di notevoli proprietà antiabrasive, ma anche elastico e confortevole.

• Lattice o gomma: impermeabili e comodi da indossare, anche se talvolta poco traspiranti, i guanti in lattice o in gomma offrono una buona sicurezza dal pericolo di tagli e strappi.

• Nitrile: materiale perfetto in caso di rischi biologici e chimici, in quanto protegge ottimamente dalle sostanze tossiche e dagli agenti patogeni.

• Pelle: confortevole e comodissi ma, usata soprattutto per i guanti dei guidatori di mezzi pesanti.
• Neoprene: i dispositivi realizzati in questo materiale si presentano resistenti all’abrasione e sono degli ottimi isolanti termici.
• Poliestere: possiede lo svantaggio di essere poco elastico, ma offre buona protezione in caso di rischi di natura meccanica/fisica e chimica.

È importante mantenere sempre puliti e igienizzati i propri guanti, lavandoli frequentemente.

La maggioranza dei guanti usati in ambito professionale, da quelli in gomma a quelli in neoprene, possono essere semplicemente sciacquati sotto l’acqua corrente con del sapone, poi strizzati e lasciati asciugare all’aria.

I guanti in pelle sono invece più delicati: per tale motivo, bisogna lavarli unicamente con acqua fredda e sapone neutro, e poi stenderli senza però prima strizzarli. Durante il processo di asciugatura, è inoltre consigliabile massaggiarli, per impedire eventuali irrigidimenti del materiale che ne minerebbero la comodità.

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