Acque reflue come risorsa

Acque reflue come risorsa

In ambito urbano, Legambiente evidenzia il potenziale di recupero delle acque meteoriche. Nel 2020 i dati pluviometrici relativi a 109 città capoluogo di provincia ammontano a circa 13 miliardi di metri cubi (elaborazione di Legambiente su dati Istat) di acqua piovana caduta sui tetti, sull’asfalto e sul cemento e convogliata nelle fognature o nei corsi d’acqua. Uno spreco enorme se pensiamo che corrispondono al 40% dei prelievi medi annui di acqua in Italia (circa 33 miliardi di m3). Passando poi dalle città ai campi, il Cigno Verde ricorda il potenziale del riutilizzo delle acque reflue in agricoltura. Infatti, ottimizzare il ciclo idrico in città permetterebbe anche di aumentare le risorse disponibili per l’agricoltura, uno dei settori che maggiormente risente della crisi idrica. Se opportunamente trattata, dai depuratori esce un potenziale di 9 miliardi di m3 all’anno di acqua ricca di nutrienti, che in Italia viene sfruttato solo per il 5%, secondo i dati di Utilitalia.

“Da anni parliamo della necessità di una riforma della gestione della risorsa idrica nel nostro Paese – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – ma oggi più che mai è urgente, visto che, quella che chiamiamo emergenza siccità, è una condizione ormai ordinaria a cui è necessario adattarsi. Il Governo Meloni passi dalle parole ai fatti, con una strategia idrica nazionale che preveda interventi di breve, medio e lungo periodo. Oltre alle proposte dedicate all’ambiente urbano che lanciamo oggi, è fondamentale non dimenticare tutte le altre azioni necessarie per tutelare e preservare i corpi idrici: definire un piano di razionamento dell’acqua per agricoltura, usi civili e industriale per una tempestiva riduzione dei prelievi, diffondere e praticare in agricoltura il riutilizzo delle acque reflue depurate – cogliendo al meglio l’occasione del recepimento del regolamento europeo – e ridurre i consumi scegliendo attività agricole meno idroesigenti e rivedendo i sistemi di irrigazione”.

In Italia, un buon esempio nel trattenere l’acqua in eccesso in ambito urbano viene da Trento che ha ideato un parco progettato per il trattamento e riuso delle acque di pioggia, per l’irrigazione delle aree verdi del parco e per aumentare la biodiversità in ambiente urbano. O dall’esperienza di Forlì nell’incrementare la permeabilità del tessuto urbano realizzando il Giardino dei Musei: un nuovo grande spazio verde per riqualificare e valorizzare l’area, disigillandola e ripristinando il piano di campagna degli immobili storici, rievocando i perduti orti. Inoltre Legambiente ricorda il depuratore di Fregene (RM) o di Fasano-Forcatella (BR) che prevedono il riutilizzo delle acque reflue per l’irrigazione dei campi agricoli.

legambiente.it

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